Benzinai autostradali sul piede di guerra: contestano le anomalie della distribuzione dei carburanti, fatta di prezzi troppo alti e di servizi scadenti.

VECCHIO PROBLEMA – I sindacati dei benzinai autostradali minacciano di scioperare il 28 febbraio. Nel mirino le anomalie della distribuzione dei carburanti, fatta di prezzi di molto superiori rispetto a quelli riservati alla viabilità ordinaria e di servizi scadenti. Il tutto mentre le compagnie petrolifere, spiegano i gestori ad alVolante.it, “dopo aver fatto man bassa di profitti si accorgono che il mercato nazionale diventa poco remunerativo e decidono di abbandonare il business”. A due anni dalla scadenza del decreto interministeriale del 2015, “senza confronto con le associazioni dei gestori delle aree di servizio, entro fine febbraio si dovrebbe porre rimedio alle inefficienze di un bene pubblico (le autostrade) in mano ai privati (concessionarie-compagnie petrolifere e giganti della ristorazione), che sono state riversate sui consumatori”.

SUK DA DEPREDARE” – Si tratta, ci dicono, di “un suk da depredare, dove le concessionarie autostradali, i veri padroni, oltre ai carissimi pedaggi imposti rispetto ai servizi offerti, nel delirio di onnipotenza permesso dalle attuali regole impongono royalties fino 15 centesimi al litro sui carburanti. E fino al 40% su panini e beni di ristoro. A decremento delle vendite che nell’ultimo decennio sono calate di più del 70%”. Situazione che i benzinai definiscono “drammatica, per la pandemia, il caro bollette, i mancati adeguamenti del margine, fermi da più di 10 anni, che hanno messo in ginocchio la categoria dei gestori”.

SOLUZIONI – Come evitare il default? Le proposte dei benzinai, illustrate ad alVolante.itazzerare le royalties a favore delle concessionarie autostradali per le vendite dei carburanti e dei servizi; riavvicinare i prezzi a quelli praticati sulla viabilità ordinaria; ridurre le aree di servizio presenti in autostrada (chiudendone almeno 150); rilanciare gli investimenti dotando le aree rimanenti di servizi aggiuntivi, compresi quelli destinati ai nuovi veicoli a basso impatto ambientale. L’Italia, spiegano, ha intrapreso la strada della transizione ecologica: “Sarebbe assurdo che si debba pagare un fee ai concessionari autostradali per ricaricare la batteria di un’auto elettrica”.

Da un articolo online del sito web alVolante.it del 18 Febbraio 2022